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lunedì 28 luglio 2008

I precari a vita e la nuova sinistra

Indennizzo tra le 2,5 e le 6 mensilità dell'ultima retribuzione globale di fatto per i contenziosi in corso e nullità del contratto per i contenziosi futuri. Questa la nuova disposizione di legge, sulla base della norma anti-precari inserita nel maxiemendamento alla manovra, approvato dalla Camera (dopo l'ok a un emendamento all'articolo 21 del decreto Tremonti), ora all'esame del Senato. Questa è la sostanza del nuovo articolo 4bis relativo all'"indennizzo per la violazione delle norme in materia di apposizione e di proroga del termine", al decreto legislativo del 6 settembre 2001, n.368.
L'operaio che si è visto rinnovare per decenni, ogni anno, il proprio contratto a tempo indeterminato, non può più chiedere al Giudice del Lavoro di obbligare il proprio datore di lavoro a trasformare il proprio contratto, finalmente a tempo indeterminato. Al massimo può chiedere ed ottenere una "mancia" a titolo vagamente risarcitorio.
Questa è la politica sociale del governo di destra. Risultato: i datori di lavoro non saranno mai più "costretti" ad assumere a tempo indeterminato, i lavoratori sono condannati al precariato a vita, questa volta, però, di Stato. Quale futuro per costoro? Incerto come il tempo che potrà fare il giorno dopo. Un lavoro sicuro, non è Sicurezza del cittadino? Oppure per Sicurezza si deve intendere soltanto il far west o le ronde contro chi viene da lontano?
Ci vorrebbe una Sinistra forte e moderna, capace di guardare al futuro e di stare a fianco di chi subisce tutte queste angherie ed umiliazioni. Ci vorrebbe una Sinistra che sappia ascoltare, che sappia stare in mezzo alla gente, che sappia dare a tutti una risposta concreta, che possa agire per creare e dare risposte sporcandosi le mani (nel senso più nobile del termine).
Il Congresso di Rifondazione Comunista, invece, ci ha consegnato un partito autoreferenziale.
Ci ha consegnato un partito chiuso a riccio su se stesso, legato morbosamente ai propri simboli ed alle proprie nostalgie, incapace di guardare avanti, di andare oltre...
Ci ha regalato una guerra inestina tra i nostalgici di Ferrero e gli avanguardisiti bertinottiani di Niki Vendola. Una competizione tra chi voleva arroccarsi in un' identità persa su stereotipi desueti ed inesorabilmente bocciati dalla società e dal tempo, che indicava nella apertura agli altri la causa della sconfitta del partito; e chi, invece, proponeva di saltare l'ostacolo e di aprirsi ad una nuova forma di partecipazione politica e sociale, di partire dal basso, dalle persone e dalle loro esigenze, con uno scatto di orgoglio, intelligenza e dignità teso ad allargare ed a coinvolgere e non solo, stupidamente, a sommare.
Due candidati alla segreteria: Ferrero, unico ministro "rosso" di quel governo Prodi che tanto ora denigra, Niky Vendola, Presidente della Regione Puglia per investitura popolare, dopo aver vinto le primarie dell'allora centro - sinistra contro le previsioni dei D'Alema di turno.
Poi un leader, Il Learer. Fausto Bertinotti. Enorme esempio di responsabilità ed onestà politica. Lui, sindacalista, fondatore e padre di Rifondazione, per 12 anni alla guida di un partito che ha portato fino all'8%, Presidente della Camera uscente, che si rimette in gioco a capo di un progetto nobile quanto sgangherato quale quello de "L'Arcobaleno", mettendoci la faccia, l'intelligenza, l'energia, la passione. Bisognava provare in tutti i modi a rompere il duopolio Veltrusconiano che puntava, poi riuscendoci, a disintegrare la Sinistra in Italia.
Ha perso, ed è stato il primo a farsi da parte, responsabilmente, la sera stessa dello scrutinio. Veltroni, quello che predica l'etica della responsabilità politica, è ancora li a biascicare parole vuote e senza senso...
Ebbene Fausto. Delegato semplice, osserva la sua creatura spaccarsi in due e sente dentro di sè la spinta del padre. Sale sul palco. Offre la sua analisi, spiega la sua tesi, indica la sua proposta, nell'estremo, disperato, tentativo di avvicinare le due anime del partito. Standing ovation e fiumi di applausi, baci, abbracci.
Poi una sommatoria informe di posizioni inconciliabili spinge Ferrero alla segreteria. 4 mozioni al suo sostegno riescono a prendere poco più del 50%. Niky Vendola, i bertinottiani, la speranza di una nuova Sinistra, si fermano, da soli, ad oltre il 47%.
Del resto, qualche settimana prima, anche i Comunisti Italiani hanno rieletto Diliberto alla segreteria del partito. Il suo programma? In due parole: autosufficienza solipsistica.
Ora i comunisti si riuniranno in sezione, tutte le sere, a cantare a squarcia gola "bandiera rossa" e "L'Internazionale".
Lo faranno con quella passione e quello spirito che non c'è mai stato fino ad ora, questo è certo! Com'è certo che il mondo, qui fuori, continuerà a correrre lasciandosi alle spalle solo un enorme polverone e si ricorderà dei Comunisti, ahimè, solo come un fenomeno da baraccone...Speriamo di esserci sbagliati!

Bertinotti al congresso: http://it.youtube.com/watch?v=yxqVpej63Vc

Bertinotti e Guzzanti: http://it.youtube.com/watch?v=05AT5ufXkqs

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