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giovedì 11 ottobre 2012

"Si sa che la gente dà buoni consigli quando non può più dare il cattivo esempio" - la mia replica alle dichiarazioni a mezzo stampa di A. Ciervo e P. Di Donato – Il Sannio Quotidiano

Voglio dirla con De Andrè “Si sa che la gente dà buoni consigli quando non può più dare il cattivo esempio” e aggiungerei “per fortuna”! Gli oltre 600 cittadini che, con me, hanno combattuto e vinto la straordinaria battaglia contro il Digestore Anaerobico tra il 2008 ed il 2009, ricordano ancora molto bene gli atteggiamenti arroganti ed il fastidio malcelato che l’allora Sindaco Ciervo riservava all’espressione democratica di un territorio reprimendo, lui sì, gli spazi del confronto e della dialettica democratica. Certo non posso accettare da lui lezioni di rispetto e di Democrazia. 


Del resto, mi pare che nessuno abbia oscurato o chiesto di oscurare siti, blog, gruppi facebook sui quali, ad ogni ora del giorno e della notte, cittadini giovani e meno giovani esprimono liberamente le loro idee e le loro proposte. 

Libertà di espressione non significa affatto indiscutibilità delle opinioni espresse. E’, questa sì, una visione stalinista ed antidemocratica che non mi appartiene. 

Il principio contenuto all’art. 21 della Costituzione non va forzato a proprio uso e consumo. Proprio perché “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero” Ciervo, Paolo Di Donato e quanti si sentono chiamati in causa dalle mie parole, dovrebbero rispettare l’uguale mio diritto di dire con serenità e senza ipocrisia ciò che penso. Ed è esattamente quello che ho fatto in Aula Consiliare. Perché sì, lo ribadisco, è quella la sede deputata al confronto per chi è destinatario di mandato popolare. 

E dovrebbero accettare ed apprezzare il fatto che, in Democrazia, si possano avere idee ed opinioni diverse. Il sale della Democrazia, alla quale Ciervo e queste opposizioni sono evidentemente allergici, è proprio nel confronto tra opinioni diverse, visioni diverse. Il mio concetto di Democrazia è, per fortuna, un po’ più ampio di quello di chi preferisce nascondersi dietro un monitor o tra le righe di un comunicato stampa dopo aver balbettato o taciuto in un pubblico consesso

Il richiamo al Soviet Supremo è una trovata molto simpatica del Consigliere Di Donato che, con autoironia, ho accettato divertito. Ma non posso non considerarla per quello che è: una satirica boutade. Non credo che Di Donato possa, da esponente di un partito nel quale l’unica voce che conta è quella del padre-padrone Berlusconi, tacciare me di comportamenti autoritari o insegnare ad altri il corretto modo d’esercizio della Democrazia. 

Sul merito della vicenda, penso, e lo ribadisco, che chi mistifica la realtà rischia di apparire, nella migliore delle ipotesi, affetto da "analfabetismo di ritorno". Lo dico non in generale, ma con riguardo a quanto avvenuto nel caso di specie. C'è stato un fatto (la sequenza temporale delle note protocollate: quella del mio assessorato, due mesi prima di quella dei tre gruppi) e c'è stata la mistificazione della realtà (il dire che sia stata "accolta" dall’amministrazione la proposta successiva dei tre gruppi quando già l'iter procedimentale era stato definito in seguito alla prima nota). Chi lo ha fatto, e non mi sono riferito a nessuno in particolare, o non capisce il significato letterale e logico delle parole, o è in mala fede. Preferisco pensare di essere di fronte alla prima delle due ipotesi: è il male minore. 

A me piace parlare dei fatti. E i fatti dicono che in questo Paese nessuna amministrazione prima di noi, ivi compresa quella retta dall’improbabile neo-paladino della gioventù Ciervo (con alle spalle quasi 30 anni di permanenza a Palazzo San Francesco) con la Pdl, ha mai fatto tanto sul terreno della trasparenza e della partecipazione popolare. E’ dura da accettare, mi rendo conto. 

Capisco bene che quando non si hanno argomenti per poter contrastare i fatti, per entrare nel merito e per confrontarsi sui contenuti, l’unica cosa che resta da fare è buttarla nel populismo provando a strumentalizzare posizioni, quelle di quella fetta di giovani, che, invece, dovrebbero essere rispettate, anziché ossequiate subdolamente per usarle per discutibili fini propagandistici. E’, quella della strumentalizzazione, una vecchia tecnica che ha fatto il suo tempo come colui e coloro che continuano a praticarla. Ben avrebbe fatto Ciervo, davanti alla inoppugnabilità dei contenuti, a tacere e non replicare seguendo l’esempio di Di Donato e dei suoi colleghi di opposizione del PDL. E’ la bassa strumentalizzazione del loro attivismo da parte di quelli come Ciervo e Di Donato, che danneggia davvero questi web-giovani del nostro Paese, non l’espressione di una posizione diversa circa i loro comportamenti tenuti, non in generale, ma in un frangente ben preciso. Il confronto serve a crescere e si cresce molto di più con le tirate d'orecchi che non con le caramelle avvelenate. Si diventa grandi davvero nel momento in cui non ti dicono sempre di si. Cari giovani, non fatevi usare e non fatevi ingabbiare nella rete mefitica di chi vi considera oggi capaci di realizzare nella Città quell’opposizione che loro stessi in 3 anni non sono stati capaci di fare e, domani, solo una risorsa elettorale per poter coltivare una volta in più le loro legittime ambizioni politiche. Diffidate da chi vi accarezza sempre e comunque, e non dimenticate mai che costoro sono gli artefici principali del disastro economico, sociale e culturale nel quale S. Agata è sprofondata e dal quale, con fatica e con responsabilità, stiamo provando a riemergere.


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